17 novembre 2009 - Fotovoltaico e valorizzazione dei rifiuti come risposte alternative e complementari alle esigenze di modernizzazione del nostro sistema energetico. Silicio e CDR, con la stessa dignità ambientale… Forse in Italia qualche talebano dell’ambientalismo potrà storcere il naso di fronte a una simile affermazione. Ma, come dimostra il modello danese (vedi Il Giornaliero del 10 settembre) i rifiuti possono diventare risorse preziose alla stregua di sole e vento.
Sembra essere questa la filosofia del gruppo Greenvision Ambiente, che la scorsa settimana ha presentato un resoconto delle attività aggiornato ai primi tre trimestri del 2009. I dati confermano che proprio le divisioni renewable e waste to energy hanno mostrato i più significativi tassi di sviluppo.
In particolare, a fine settembre, il comparto rinnovabili aveva generato ricavi per complessivi 113,3 milioni di euro. “La crescita - commentano in Greenvision - è stata sostenuta dal forte incremento del settore fotovoltaico, dove il Gruppo opera attraverso la controllata Greenvision Ambiente Photo Solar. Questa società ha ultimato i 5 parchi solari da 1 MWp ciascuno, costruiti a Brindisi per Enìa Solaris, e l’impianto all’interno dell’autodromo di Vallelunga da 0,8 MWp”.
Va anche segnalato il recente accordo sottoscritto con il Gruppo Marseglia per la realizzazione di un parco fotovoltaico di 13 MWp in Calabria.
Altrettanto dinamico il settore della valorizzazione energetica dei rifiuti. Il 2009 ha portato al completamento del nuovo impianto a CDR di Bari (per la municipalizzata AMIU) e degli impianti di biogas (ciascuno da 1,5 MW) a Casaleone e a San Benedetto Po. Altri 4 impianti a biogas da fonti agricole sono in fase di realizzazione, mentre sono due gli impianti in concessione già autorizzati alimentati a biogas da discarica.
Intanto, a Fusina proseguono i lavori per l’ampliamento del locale impianto a CDR. Una volata ultimati i lavori, la capacità attuale sarà accresciuta del 50 per cento.