9 novembre 2009 - Finche la barca va, lasciala andare… Ma quanto è ferma in porto, spegni il motore! Non sono solo le auto - in coda al semaforo rosso col propulsore acceso - a inquinare “inutilmente”. Anche i bastimenti fanno la loro parte… Una grande nave da crociera ferma in porto per 10 ore può bruciare fino a 20 tonnellate metriche di carburante, che si traducono in 60 tonnellate di anidride carbonica riversate in atmosfera. È l’equivalente delle emissioni annue generate da 25 auto europee.
È per altro evidente che un conto è girare la chiave nel cruscotto di un’utilitaria, ben altra cosa - non realizzabile nel concreto - sarebbe spegnere un bestione da decine di migliaia di tonnellate di stazza, compromettendo la funzionalità di refrigeratori, sistemi di illuminazione, riscaldamento, condizionamento…
Soluzioni? Semplice: l’alimentazione da terra. Entra in gioco, in questo caso la tecnologia HVSC - ovvero High-Voltage Shore Connection - che permette la fornitura di energia elettrica direttamente dalla banchina alla nave per il funzionamento dei suoi macchinari e impianti, consentendo così l’arresto dei motori diesel finora usati per alimentare i generatori elettrici di bordo. La tecnologia c’è, e il suo impatto positivo non è affatto trascurabile: solamente in Svezia l’alimentazione delle navi da terra ha ridotto le emissioni di anidride carbonica nei porti di Göteborg, Stoccolma, Helsingborg e Piteå di 6.000 tonnellate metriche l’anno.
È dello scorso 5 novembre la notizia - positiva - che Abb e Fincantieri hanno raggiunto un accordo per la realizzazione, commercializzazione e fornitura di sistemi HVSC. I nuovi sistemi di collegamento a terra che verranno sviluppati da Abb e Fincantieri saranno conformi a tutte le normative internazionali vigenti, e potranno essere installati in fase di costruzione o manutenzione della nave, o persino in mare.