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IL GIORNALIERO - Eolico no limits: prossima frontiera doppiare il Pirelli Stampa E-mail

2 novembre 2009 - Scienza, fantascienza o - addirittura - genere horror? La trama svelata dagli esperti dell’energia eolica sul futuro di questa fonte potrebbe effettivamente inquadrarsi in ciascuno dei tre filoni suddetti. A seconda dei gusti e dei punti di vista. L’Energy Resarch Centre of the Netherlands ha recentemente pubblicato uno studio che già dal titolo si annuncia a tinte forti: Extreme Wind Power. Ovvero il futuro estremo (o smodato?) dell’energia eolica.
Stoyan Kanev, esperto del centro di ricerca olandese non ha dubbi: “Se davvero l’Europa vuole arrivare alle soglie del 2020 coprendo con l’eolico il 25 per cento dei consumi elettrici interni, la taglia da 5 MW e le torri da 100 metri di altezza non saranno sufficienti”. Con le tecnologie e le taglie oggi in uso, la produzione offshore (unica compatibile con giganti di queste dimensioni, per ovvie ragioni di impatto ambientale) è ancora troppo costosa, nell’ordine di una volta e mezza rispetto ai valori ottimali. Inoltre i costi di manutenzione e riparazione incidono in maniera eccessiva; circa il 30-35 per cento dei costi totali, rispetto ai pochi punti percentuali di una installazione sulla terraferma.
Soluzioni? Far crescere - a dismisura - le misure dei rotori e, quindi, dell’intera torre. Le previsioni degli esperti olandesi sono, per loro stessa ammissione, estreme: entro i prossimi dieci anni si potrebbe arrivare a strutture alte 250 metri, o addirittura 300 metri, con potenze unitarie di almeno 10 MW (ma c’è già chi azzarda il traguardo dei 20 MW). Nostalgia per i lillipuziani impianti da 20 metri, che nel lontano 1985 sembravano già un ottimo punto d’arrivo? Certamente no.
Ma siamo davvero sicuri che una foresta di giganteschi cosi in mezzo al mare, alti più del doppio del Pirelli, possa essere ancora venduta come a impatto zero? La scienza, forse, darà le sue risposte. Per ora una sola cosa è certa. Queste previsioni fanno correre i brividi lungo la schiena (a qualcuno di tecnologica emozione, ad altri di paura ambientalista). E c’è già chi si augura che sia solo fantascienza.

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