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IL GIORNALIERO - Energia: crollano i prezzi alla produzione; ma è vera gloria? Stampa E-mail

31 ottobre 2009 - Tu chiamala se vuoi, deflazione… Ma (forse) sarebbe più corretto considerarla solo come un parziale ritorno alla normalità, dopo gli eccessi smodati dell’autunno 2008. I dati pubblicati venerdì dall’Istat, relativi all’andamento dei prezzi alla produzione dei prodotti energetici venduti sul mercato interno, descrivono un settembre 2009 che si conferma in forte ribasso. Nel dettaglio, l’Istituto statistico nazionale assegna all’energia un calo (dei prezzi) del 19,7 per cento rispetto allo stesso mese del 2008. I prodotti petroliferi raffinati crollano del 26 per cento e lo stesso fanno i carburanti. Ancora più accentuato il trend ribassista dei prodotti per il riscaldamento (meno 29 per cento). Ma è vera gloria?
Per rispondere, non certo in maniera affermativa, basterebbe passare dal 12 al 24. Ovvero estendere l’analisi a un periodo temporale doppio rispetto a quello di un solo anno. Così facendo si vedrebbe subito che nel settembre 2008 i prezzi dell’energia avevano registrato un balzo in avanti dei oltre 19 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2007. E che anche i prodotti petroliferi raffinati avevano subito una crescita a doppia cifra (più 18 per cento) così come gli altri combustibili e i lubrificanti, ai quali l’Istat assegnava una lievitazione dei prezzi addirittura del 27 per cento.
In pratica questo (solo in apparenza) esaltante settembre 2009 non ha fatto che cancellare gli aumenti fuori quota del 2008, riportando gli indici - più o meno - sugli stessi livelli di due anni or sono. L’illusione di pagare oggi molto meno l’energia rispetto a ieri può rimanere e può anche servire a qualcuno da magra consolazione. Ma, dopotutto, siamo solo tornati sugli stessi passi di due giorni fa.

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