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IL GIORNALIERO - Piccole fonti crescono… ma non rinunciano alla generazione distribuita Stampa E-mail

22 settembre 2009 - da TOTANA (Spagna) - Nel curriculum delle nuove fonti energetiche rinnovabili – nello specifico eolico, fotovoltaico e biomasse - fino ad oggi uno degli elementi più apprezzati è sempre stato quello di presentarsi come sinonimo di generazione distribuita. Tecnologie fortemente radicate sul territorio e vocate a rispondere alle esigenze di un territorio circoscritto. Un agile e versatile Davide contrapposto al granitico Golia della generazione tradizionale, impostata su pochi mega impianti.
Ora, però, qualcosa sembra essere cambiato. La Cina ha annunciato di voler realizzare, entro la fine del 2019, un gigantesco impianto fotovoltaico all’interno del deserto della Mongolia, con una potenza complessiva di 2 GW e la possibilità di fornire l’energia elettrica necessaria al fabbisogno di 3 milioni di persone. Già oggi, in Spagna, sono pienamente operativi di campi solari da 50 MW ciascuno. E per l’eolico si parla di wind farm da 300-1.000 MW come taglia di riferimento per le nuove grandi realizzazioni in mare aperto.
Dunque? Si va verso una contraddizione di fatto: la rinuncia delle rinnovabili a quello che fino a oggi è stato uno dei loro punti di forza?
In occasione di un recente media trip, organizzato in Spagna per la visita all’avveniristico impianto fotovoltaico di Totana, Nuova Energia ha incontrato Peter Leupp, head of power system division di ABB, che ha fugato ogni dubbio al riguardo.
“Non vedo una contraddizione. Il progresso delle rinnovabili può benissimo procedere lungo due strade parallele, senza dover decidere a priori quale scegliere. Da una parte piccoli impianti diffusi, specie per il fotovoltaico, anche a livello di singola abitazione. Dall’altra, realizzazioni di grandi dimensioni che possono raggiungere livelli di efficienza, applicare soluzioni tecnologiche, garantire risultati in termini economici, impensabili per il mini impianto”.
Quindi il connubio tra le rinnovabili e la generazione distribuita avrà certamente un futuro, anche passando - come unità di misura - dai pochi kW alle centinaia di MW?
“Sì - conferma Leupp - anche se non sarà più l’unica anima delle rinnovabili, come magari si poteva credere fino a qualche tempo fa. Nel lungo periodo la soluzione sarà proprio una combinazione equilibrata tra generazione verde concentrata e distribuita”.

Ulteriori approfondimenti saranno pubblicati sui prossimi Giornalieri

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