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IL GIORNALIERO - Eolico: sono molte le comparse che ambiscono al ruolo di protagonisti Stampa E-mail

21 settembre 2009 - Ci sono attori non protagonisti che alcune volte lasciano una traccia ancora più significativa di quella delle star di cartello. Soggetti che, pur non finendo sotto i riflettori tutti i giorni, riescono ugualmente a recitare un ruolo di assoluto rilievo.
Succede anche nel teatro dell’energia eolica. Le prime donne di cui i mass media si occupano con maggiore frequenza sono Cina, Germania, Spagna e Danimarca. Come se quello delle wind farm fosse di fatto un affare a quattro. Con timide comparse nel resto del mondo. Niente di più sbagliato...
Lo confermano i dati dell’Annual Report pubblicato nei giorni scorsi dalla IEA. I primi al mondo in termini di sfruttamento di questa risorsa sono ad esempio gli Stati Uniti, che proprio nel 2008 hanno sopravanzato la Germania sfondando quota 25 GW installati. E sempre gli Usa si sono segnalati anche come la nazione che lo scorso anno ha realizzato il maggior numero di impianti (per complessivi 8,6 GW).
Due altre sorprese giungono dall’Europa. C’è, ad esempio, una Francia di cui nessuno parla come nazione dedita alle green energy, che ha praticamente raggiunto l’Italia con 3,4 GW installati rispetto ai “nostri” 3,7.
E anche la Gran Bretagna - zitta, zitta - dopo aver superato la Danimarca (in forte rallentamento rispetto al passato) per capacità di generazione eolica con i suoi 3,3 GW, lo scorso anno ha battuto ogni precedente record di nuove realizzazioni, mettendosi in scia dell’Italia.
Non mancano le sorprese anche in Asia. Se non stupisce di trovare ai vertici delle classifiche mondiali la Cina (con 12,2 GW), un po’ più coglie impreparati i non addetti ai lavori il ruolo che ha saputo ritagliarsi l’India, pronta a tagliare il traguardo dei 10 GW. Sotto i riflettori per gli interessanti potenziali di crescita anche Australia, Canada, Giappone, Olanda e Portogallo.
Tra le righe del dettagliato rapporto IEA traspare però un messaggio da non sottovalutare: per il vento in poppa, l’industria di settore sembra doversi ancora affidare (massicciamente) agli incentivi, sotto varia forma e di varia natura: “Nel corso del 2008 la capacità installata è cresciuta meno del previsto in realtà quali Austria, Danimarca, Finlandia, Corea, Messico, Norvegia e Svizzera, essenzialmente per l’incertezza dei programmi governativi nazionali o per i prezzi particolarmente bassi dell’energia generata da altre fonti”.

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