19 settembre 2009 - L’investimento nel mattone sembra essere ancora fuori moda, dopo i crolli dei mesi scorsi? Il mercato azionario continua a garantire la stessa affidabilità di una slot machine? Allora non resta che mettere i propri risparmi sotto terra. Meglio, sulla terra. Negli Stati Uniti sono sempre più numerosi i segnali di un nuovo fenomeno: il ritorno ai terreni agricoli come bene rifugio.
Nelle agenzie immobiliare a stelle e strisce anche nel corso del 2009 gli unici articoli che per ora si sono salvati dai tagli dei prezzi, e anzi sono in continua lievitazione, sono le farmland. E non si tratta di una semplice tendenza, di una moda passeggera o dell'ennesima - quanto mai rischiosa - speculazione. Perché la corsa dura ormai da qualche anno, anche se i riflettori sul fenomeno si sono accesi solo in questi ultimi mesi.
“Le quotazioni stanno battendo, mese dopo mese, i record precedenti”, ha scritto nei giorni scorsi Usa Today, sottolineando come una delle cause alla base di questo fenomeno sia proprio la spinta impressa dalla domanda di biocombustibili.
Gli aumenti sono a doppia cifra e degni degli anni d’oro della Borsa. “In soli nove mesi - conferma uno studio della Federal Reserve Bank of Chicago pubblicato nei giorni scorsi - abbiamo rilevato incrementi dei valori dei terreni agricoli del 15 per cento in Iowa, Illinois, Indiana, Wisconsin e Michigan”. Un boom che ha fatto seguito al precedente primato - più 14 per cento nel 2006, considerando gli interi Stati Uniti - e che è certamente proseguito nei mesi successivi. “La domanda di etanolo è accreditata delle maggiori responsabilità per queste crescite”, la conferma del Dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti.
Per i prossimi tre anni il trend dovrebbe rallentare - di poco - senza però fermarsi, con un tasso di ulteriore crescita compreso tra il 6 e il 12 per cento/anno.