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IL GIORNALIERO - Piebalgs: eolico offshore può coprire l’80% (!) del fabbisogno Ue Stampa E-mail

16 settembre 2009 - Almeno per i prossimi mesi il baricentro della politica energetica e ambientale del Vecchio Continente sembra doversi spostare verso Nord. Come noto, a dicembre si celebrerà a Copenhagen la COP15. Ma questo è anche il semestre della presidenza svedese, alla quale il Commissario europeo per l’energia Andris Piebalgs ha già lanciato un appello accorato.
“Il governo svedese - ha dichiarato Piebalgs - ha una straordinaria responsabilità nel far sì che gli sforzi dell’intera Europa per raggiungere un accordo sul clima ambizioso e credibile vadano a buon fine. Certo, né la Svezia né la Ue sono in grado di garantire da sole il raggiungimento del traguardo; anche il resto del mondo deve essere d’accordo. Ma proprio per questo, già da oggi occorre moltiplicare gli sforzi politici per favorire il raggiungimento di un’intesa”.
Da Stoccolma, lo stesso Piebalgs – in occasione della European Offshore Wind Conference - ha poi esaltato il ruolo che l’energia eolica offshore potrebbe avere nel portare a termine questa sfida. Il numero di riferimento, non sarebbe più il tanto ricorrente 20, proprio del Pacchetto approvato dalla Ue, ma addirittura un esaltante 80!
Secondo le stime riportate dal commissario Peibalgs “già nel 2030 il potenziale assicurato dalle installazioni europee in mare aperto potrebbe raggiungere i 3.000 TWh l’anno, coprendo così l’80 per cento del fabbisogno di energia elettrica della Ue. E, procedendo di questo passo, ora del 2050 proprio l’energia del vento potrebbe contribuire in modo determinate al taglio delle emissioni di gas serra dell’80 per cento rispetto a oggi”.
Le stime, che ad alcuni addetti ai lavori sembrano un po’ azzardate, sono state definite dagli esperti convenuti a Stoccolma, come conservative, in quanto si limitano a considerare installazioni di wind farm in acque profonde meno di 50 metri, pur esistendo soluzioni tecnologiche alternative anche per la realizzazione di fattorie eoliche in acque più profonde.
Nuova Energia ha approfondito il tema sul numero 3-2009, pubblicando un articolo redatto dai ricercatori del Mit dal titolo Floating Offshore Wind Turbines.

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