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IL GIORNALIERO - L’efficienza energetica oltre la “barriera” della scarsa informazione Stampa E-mail

14 settembre 2009 - DA COPENHAGEN - Ha più di 40 anni. Ma non li dimostra. E, anzi, a uno sguardo distratto potrebbe addirittura sembrare un bimbo ancora in fasce. Infatti quando si pensa all'efficienza energetica, ci si figura un mix di soluzioni che solo adesso sta muovendo i primi passi, e che - per molti versi - si trova ancora in una fase sperimentale.
“In realtà - commenta Roelof Timmer, vice president global marketing communication manager di Abb - molte delle tecnologie inerenti l’efficienza energetica già esistono e sono ben collaudate; magari da alcuni decenni. Soltanto non sono usate e applicate secondo le loro reali potenzialità”.
“Non solo - prosegue - ma in campo industriale, specie tra i grandi utilizzatori di energia, il concetto era già ben radicato quando ancora non si parlava di energie rinnovabili e dei cambiamenti climatici non c’era neppure l’dea. Un solo esempio: negli anni Sessanta per produrre una tonnellata di acciaio serviva il doppio di energia elettrica che occorre oggi”.

Dove sta, allora il problema?
La priorità, adesso, è quella di spostare l’attenzione anche sugli altri settori e su quei comparti che hanno tuttora grandi margini di miglioramento. Per i quali, come già detto, le tecnologie ci sono e sono facilmente accessibili sul mercato.

Quale è l’anello debole della catena, il freno che impedisce un pronto e definitivo decollo del settore?
Purtroppo esistono ancora numerose barriere. Certo, c’è una mancanza di informazione. Ma va considerata a fondo anche la questione della pluralità dei soggetti che possono essere coinvolti nella decisione di un investimento nell’efficienza energetica. Si pensi all’edilizia residenziale. Come minimo occorre convincere l’architetto che definisce il primo progetto, il costruttore che lo realizza, il proprietario che acquista l’immobile e - magari - anche l’inquilino che lo prenderà in affitto… Proprio per queste complessità mi sembra limitativo affermare che basterebbe una maggiore volontà politica perché ci sia una vera svolta. Occorre rendere tutti i cittadini e le imprese responsabili dei propri comportamenti e delle proprie scelte. E questo non è compito esclusivo della parte politica. Entrano in gioco il quadro regolatorio e normativo, i sistemi di incentivazione e sovvenzione, lo stesso mondo dell’informazione.

Resta il fatto che a livello di media parlare di energie rinnovabili fa ancora adesso molta più notizia e l’argomento sembra essere maggiormente appetibile.
Effettivamente, in questo momento le rinnovabili tendono a catalizzare l’attenzione dei media e portano via inevitabilmente un po’ di spazio all’efficienza energetica. Però c’è un precedente che ci conforta. Durante la prima crisi petrolifera il tema dell’efficienza energetica vide crescere sensibilmente l’attenzione da parte dell’opinione pubblica e conquistò una notevole importanza all’interno dell’agenda dei policy maker. Poi, rientrata la crisi, ci fu un chiaro declino, fino al successivo shock petrolifero che riportò in auge l’argomento.

E adesso, a ben vedere, l’intero Pianeta si trova coinvolto in una “terza crisi”, anche se di natura diversa…
Appunto; e questa potrebbe essere davvero una grande opportunità per il nostro settore.

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