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IL GIORNALIERO - Energia, la Danimarca ha già realizzato il sogno americano Stampa E-mail

9 settembre 2009 - da COPENHAGEN - Yes we can. Lo slogan che ha contraddistinto la campagna elettorale di Barack Obama negli States, e che invitava a guardare al futuro con estremo ottimismo e voglia di fare, almeno in campo energetico merita già un aggiornamento: Yes, they did; “Sì, loro lo hanno già fatto”. Loro sono i danesi, che in questi anni sono stati in grado di creare uno dei modelli energetici più sostenibili del Pianeta. E non si tratta solo di chiamare in gioco le ben note wind fam.
Lo stesso presidente americano lo ha riconosciuto, in un recente speech pronunciato in Iowa. “Se l’America vuole davvero guardare all’energia del futuro, basta che dia un’occhiata alla Danimarca”.
È chiaro che una cosa è confrontarsi con un Paese che ospita centinaia di milioni di abitanti (o anche solo parecchie decine, come nel caso dell’Italia). Ben altra è dover soddisfare le esigenze di uno Stato che, al di là delle dimensioni territoriali, accoglie tanti abitanti quanti una media regione italiana… Eppure l’esempio danese resta estremamente significativo, soprattutto se si pensa al punto di partenza.
Durante la prima crisi petrolifera del 1973-1974, due Paesi al mondo si contendevano il poco invidiabile primato di una dipendenza dal petrolio e dal carbone superiore al 90 per cento del proprio fabbisogno energetico: il Giappone e la Danimarca.
“La Danimarca - commenta Lars Gullev, chairman della District Energy Solution Worldwide - è ormai diventato un esportatore netto di oil&gas, ha i più bassi consumi europei di energia in rapporto al Pil prodotto, il più alto contributo delle rinnovabili e, quando utilizza il carbone, adotta le tecnologie più pulite oggi presenti sul mercato. Oggi è l’unico Paese all’interno della Ue ad essere del tutto autosufficiente in termini energetici”.
Altro dato significativo: negli ultimi 25 anni il Pil è aumentato dell’80 per cento, ma i consumi energetici sono rimasti pressoché invariati. E per quanto riguarda il riscaldamento - voce di peso crescente nel bilancio energetico di un Paese, man mano che si punta verso Nord - i consumi per metro quadrato risultano attualmente inferiori del 30 per cento rispetto al 1990 e ridotti del 50 per cento rispetto al 1970. Proprio il settore del riscaldamento dovrebbe diventare carbon neutral entro il 2030, grazie soprattutto a un ulteriore espansione del teleriscaldamento.
E per il 2050 è già stato annunciato un obiettivo ancora più ambizioso: il 100 per cento di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.

Ulteriori approfondimenti saranno pubblicati sui prossimi numeri di Nuova Energia

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