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IL GIORNALIERO - Thailandia più “verde” con i 300 milioni di dollari della Banca Mondiale Stampa E-mail

5 settembre 2009 - Nella corsa verso un’economia sempre più sostenibile l’Europa punta sul Programma 20-20-20? E, allora, la Thailandia risponde con un suo personale 5-20. La notizia, di primo acchito, può sembrare marginale: quale può essere, in definitiva, il contributo di uno sperduto staterello asiatico in questa delicata partita? Errore...
La Thailandia è già oggi il ventiquattresimo Paese al mondo per emissioni di gas serra, la sua economia crescerà - crisi permettendo - con tassi più che doppi rispetto a quelli dell’Europa, i 65 milioni di abitanti mirano - e come dar loro torto - a condizioni di vita migliori e a modelli maggiormente energivori.
Meglio partire subito, dunque, con un cambio di rotta grazie anche al Fondo CTF (Clean Technology Fund) della Banca Mondiale, che finanzierà il programma nazionale della Thailandia per le azioni di lotta al riscaldamento globale e la promozione delle energie rinnovabili.
Si sono infatti concluse le due missioni degli esperti della World Bank, finalizzate ad aiutare le istituzioni thailandesi ad individuare i programmi di investimento che potranno aiutare la trasformazione dell’economia locale in un’economia verde. L’approvazione definitiva del supporto finanziario - stimato in circa 300 milioni di dollari - dovrebbe avvenire nel corso del prossimo mese di ottobre.
Quanto agli obiettivi, il 10° Piano di sviluppo si è ripromesso di ridurre entro il 2011 le emissioni pro-capite di anidride carbonica del 5 per cento rispetto al 2003; il 15° Piano per le energie rinnovabili ha poi previsto che nel 2022 lo share delle fonti rinnovabili debba passare dall’1 per cento attuale al 20 per cento.
Ben oltre è andato l’Action Plan della municipalità di Bangkok, che si è ripromesso di ridurre le emissioni del 15 per cento entro il 2012.

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