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IL GIORNALIERO - L’energia “esce” dalle priorità della CE: saranno altre le patate bollenti Stampa E-mail

31 agosto 2009 - A volte sono gli assenti a farsi notare più dei presenti. E questo non succede solamente durante gli eventi mondani o ai tavoli riservati di qualche festa vip. Può accadere anche sfogliando l’agenda dei lavori della Commissione Europea. Nell’elenco dei grandi temi dell’autunno, pubblicato sul sito ufficiale della CE, si nota infatti la mancanza di qualunque accenno - se non di sponda - all’energia.
“Sarà un autunno pieno di scadenze: non mancheranno le sorprese”, è il commento della CE, che stila, poi, l’elenco delle priorità. “Un nuovo referendum sul Trattato di Lisbona in Irlanda, l’elezione di Barroso e la fiducia al suo esecutivo, i negoziati sul clima in vista del vertice di dicembre a Copenaghen, l’emergenza immigrazione e politica comune di asilo: ecco le patate bollenti che attendono il Parlamento nei prossimi mesi. Per i neoeletti si preannuncia un autunno caldo, con ben sei sedute plenarie da qui a Natale”.
Sembrano dunque rimandate, almeno a Bruxelles, le molte preoccupazioni che fino allo scorso anno erano qualcosa in più di una semplice patata bollente: la crisi del gas e dunque i rapporti con la Russia, i problemi di interconnessione, l’aumento esponenziale del deficit della bilancia commerciale proprio a causa degli acquisti di energia sui mercati extracomunitari (tema del quale si è occupato anche il Giornaliero).
Come detto, l’energia entra solo di sponda nella questione Copenaghen. “L’esito del summit di Copenaghen - si legge sempre nella presentazione dell’agenda dei lavori, sul sito ufficiale della CE - dipenderà dalla volontà di Cina e Stati Uniti, i due Paesi che producono più emissioni di anidride carbonica al mondo, di impegnarsi in modo sostanziale per un vero new deal sul clima. Mentre le posizioni dei due colossi sono ancora in discussione, l’Unione europea ha già lanciato un segnale chiaro adottando l’anno scorso un ambizioso pacchetto di misure, che mira a ridurre le emissioni del 20 per cento, migliorare l'efficienza energetica del 20 per cento e aumentare l’uso di fonti rinnovabili, sempre del 20 per cento, entro il 2020”.
Almeno su questo ultimo aspetto, ossia il cosiddetto 20-20-20 l’autunno non dovrebbe riservare sorprese.

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