28 agosto 2009 - Cresce nei 111 Comuni italiani la sensibilità per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Non tutti si muovono nella stessa direzione e con lo stesso passo; qualcuno appare più distratto o svogliato di altri; su specifici aspetti - magari - ci si muove ancora col passo del gambero. Ma nel complesso i segnali - pur timidi - sono positivi. Lo conferma il recente rapporto Istat dal titolo Dati ambientali nelle città italiane di cui si è già occupato il 27 agosto il Giornaliero. Lasciando, però, in sospeso il capitolo energetico. Un tema contraddistinto da luci, ma anche da qualche ombra.
Le tanto annunciate politiche di contenimento e razionalizzazione della domanda, per ora, hanno dato scarsi risultati. Nel corso del 2008 il consumo pro capite di gas metano per uso domestico e per riscaldamento è risultato in forte crescita - più 7,7 per cento - a causa soprattutto dei rigori dello scorso inverno (rispetto alla più mite stagione fredda del 2007) ed è cresciuta anche la domanda di kWh (più 0,7 per cento). Anche in questo caso c’entra in particolar modo il fattore clima; entra cioè in gioco la crescente diffusione di condizionatori domestici, ritenuti ormai uno strumento indispensabile per affrontare estati sempre più calde
Ma c’è anche qualche buona notizia. “La maggiore sensibilità sulle tematiche ambientali ed energetiche dei 111 comuni capoluogo - concludono gli esperti dell’Istat - è evidenziata dal fatto che, nel 2008, 23 comuni contro i 7 del 2000 hanno fatto ricorso al teleriscaldamento. Sugli edifici pubblici, inoltre, sono stati installati pannelli solari termici in 46 comuni, contro i 3 del 2000, e pannelli fotovoltaici in 61 comuni, quando nel 2000 solo Palermo adottava tale soluzione”.
Qualche ombra ricompare alla voce PEC. Nel 2008 il Piano Energetico Comunale risulta approvato solo in 35 comuni, dei quali 21 nel Nord del Paese. Mancano, dunque, ancora all’appello ben 52 comuni capoluogo con popolazione superiore a 50 mila residenti.