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IL GIORNALIERO - Nucleare: la Cina teme la corruzione più delle scorie… Stampa E-mail

19 agosto 2009 - Corruzione e attività illegali: ombre minacciose si addensano sul nucleare cinese. Mentre nel resto del mondo, quando si parla di energia nucleare, il tema più scottante sembra essere quello della gestione delle scorie, nel Paese di Mezzo a preoccupare di più è il tema della legalità.
Come è noto, la Cina ha individuato nell'energia nucleare una importante e concreta alternativa al carbone, fonte che copre attualmente oltre l'80 per cento dei fabbisogni di energia elettrica del Paese. Così come è utilizzato oggi in Cina, per altro, il combustibile fossile è anche una delle fonti maggiormente inquinanti: si deve al carbone l'incremento delle emissioni di gas serra che hanno portato la Cina a superare gli Usa.
Il programma nucleare cinese prevede la realizzazione entro il 2020 di un significativo numero di nuove centrali nucleari che porteranno ad un sostanziale raddoppio dello share dell'energia nucleare (dal 2 per cento attuale al 4). Sulla base del fondato timore che il flusso degli ingenti investimenti che dovranno essere mobilizzati possa generare corruzione e attività illegali, il governo della Repubblica popolare ha promosso una indagine conoscitiva sulla diffusione delle pratiche corruttive.
In tale contesto nei giorni scorsi - come riferisce l'Agenzia ufficiale Xinuua - è stato revocato il direttore generale della China National Nuclear Corporation, Kang Rixin, indagato secondo la motivazione ufficiale per gravi violazioni disciplinari.
La “decapitazione” del vertice del programma nucleare cinese può essere interpretata come un segnale per stroncare il diffondersi della corruzione in un settore di così vitale importanza per il Paese.

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