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IL GIORNALIERO - Riciclare i rifiuti anche ad alta quota non è più un tabù Stampa E-mail

14 agosto 2009 - Diciamolo pure fuori dai denti: a torto o a ragione i trasporti aerei non godono certo la fama degli amici dell’ambiente per eccellenza. L’impatto in termini di occupazione del suolo (per gli aeroporti), inquinamento acustico e atmosferico (soprattutto in termini di emissioni di anidride carbonica in fase di decollo e atterraggio), consumo di combustibili fossili è stato da più parti e in più occasioni segnalato come “di elevato livello”.
Fa quindi notizia, in positivo, l’iniziativa annunciata da British Airways nei giorni scorsi: ridurre a zero il proprio apporto di rifiuti in discarica entro il 2010. Si parte già da un discreto livello.
Lo scorso anno BA ha infatti riciclato il 35 per cento dei rifiuti prodotti e già quest’anno la percentuale dovrebbe salire alle soglie del 50 per cento. Le quantità in gioco non sono per altro trascurabili.
Nel 2008 nel soli aeroporti londinesi di Heathrow e Gatwick, la compagnia di bandiera britannica aveva prodotto 5.474 tonnellate di rifiuti. Più io meno quanti ne produce una cittadina di 10 mila abitanti.
Grazie alle politiche di riciclo il materiale avviato a recupero ha quasi raggiunto le 2 mila tonnellate. Al di là dei possibili ritorni in termini di immagine questa scelta ha già dato risultati insperati in termini economici. Secondo la GIST, la società di logistica partner di BA per il riciclo dei rifiuti, lo scorso anno sono stati risparmiati tra i 2,5 e i 3 milioni di sterline, come risultato del bilancio tra i costi di smaltimento evitati e le entrate derivanti dalla cessione di materiali riutilizzabili.

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