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IL GIORNALIERO - La bolletta energetica europea... si paga ancora in petrodollari Stampa E-mail

7 agosto 2009 - Mentre l'Europa continua a sognare una significativa indipendenza dalle importazioni di petrolio, la bolletta comunitaria resta legata in maniera netta all'andamento delle quotazioni del greggio. Quasi in balia, si potrebbe dire, visto che le bizze del Brent sono in assoluto il fattore primario nel determinare l'andamento dei prezzi energetici nostrani. Lo rileva un recente studio di Eurostat sull’evoluzione dei prezzi dell’energia all’interno del Vecchio Continente.
Concentrando l'attenzione sul primo semestre dello scorso anno gli statistici di Eurostat hanno rilevato un netto incremento dei prezzi energetici, con una svolta - e un successivo ribasso altrettanto marcato - solo a partire dal mese di luglio.
Responsabile principale della crescita è stato proprio il comparto petrolifero. Se il progresso dei prezzi - su base mensile - è risultato pari al 2,4 per cento tra gennaio e giugno, il solo andamento delle quotazioni del greggio ha fornito un contributo di 1,2 punti percentuali (dunque, il 50 per cento esatto). Per dare un termine di paragone, le dinamiche di prezzo del carbone - fonte comunque molto utilizzata in Europa - hanno causato scostamenti solo dello 0,01 per cento. Il gas naturale ha inciso per un ulteriore 0,32 per cento mentre i costi dell'energia al consumatore finale hanno fatto il resto (più 0,80 per cento).
Allo stesso modo, anche il calo significativo registrato nella seconda metà dell'anno scorso è stato quasi esclusivamente dovuto alla riduzione del barile di greggio. Su base mensile la contrazione è stata pari a 1,9 punti percentuali. Diminuzione analoga, al centesimo di punto, è stata registrata proprio dalla voce refined petroleum production, mentre non sono state rilevate variazioni per quanto riguarda coal & lignite e la riduzione del gas naturale (meno 0,4 per cento) è stata compensata da un ulteriore apprezzamento di electricity, gas, steam & air conditioned.

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