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IL GIORNALIERO - Il Massachusetts porta in alto mare la questione dell’impatto ambientale Stampa E-mail

25 luglio 2009 - I programmi di realizzazione in atto in molte parti del mondo di impianti LNG e di grandi wind farm offshore hanno fatto emergere il problema della compatibilità tra differenti usi dei mari e degli oceani. Gli utilizzi emergenti appaiono infatti sempre più conflittuali con gli usi tradizionali delle aree marine (pesca, navigazione commerciale e da diporto).
Lo ha ribadito, in una intervista concessa ad Associated Press l’amministratore del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) Jane Lubchenco, annunciando che il Massachusetts sarà il primo stato USA a realizzare un piano globale per l’uso delle acque oceaniche.
La Nazione nel suo complesso - ha aggiunto Lubchenco - dovrà prendere esempio dal Massachusetts per creare un Piano su scala nazionale.
Detto Piano dovrebbe avere un approccio maggiormente olistico e guardare più che alla minimizzazione degli usi conflittuali all’accertamento della accettabilità dei nuovi usi delle acque marine.
Tra i nuovi impianti che maggiormente configgono con gli usi tradizionali vi sono sicuramente le piattaforme LNG. Nel Massachusetts un impianto di questo tipo, che dovrebbe essere realizzato nella Baia di Mount Hope, è stato osteggiato dalle istituzioni locali e dalla popolazione residente perché danneggerebbe significativamente la navigazione commerciale e da diporto.
Anche il progetto di un grande impianto eolico offshore (130 turbine) ha suscitato sempre in Massachusetts reazioni negative in quanto giudicato conflittuale con la navigazione turistica e gli insediamenti residenziali di pregio esistenti nell’area.

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