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IL GIORNALIERO - La crisi economica “preannunciata” dai contatori elettrici Stampa E-mail

29 giugno 2009 - La quiete prima della tempesta... All'interno dell'Europa unita, per il kWh europeo il 2008 è stato un anno praticamente piatto, con variazioni minime sia a livello di produzione, sia di consumi. Come se i sentori della crisi fossero stati percepiti dai contatori dell'energia elettrica... prima ancora che dagli analisti finanziari di mezzo mondo.
Lo rilevano gli ultimi dati pubblicati da Eurostat, secono i quali lo scorso anno la UE27 avrebbe generato nel complesso 3.182 GWh rispetto ai 3.185 dell'anno precedente, con un calo impercettibile dello 0,1 per cento. Maggiori scostamenti si sono avuti in termini di esportazioni (calate dai 308 TWh del 2007 ai 303 del 2008; meno 4,9 per cento in termini relativi) e di importazioni (scese da 318 a 303 TWh nello stesso arco di tempo). Nel complesso, però, i consumi interni (produzione meno esportazioni più import) sono rimasti assolutamente in linea:3.153 TWh nel 2008, 3.151 due anni or sono.
Quiete assoluta, dunque. Qualche movimento in più si è avuto in termini di fonte primaria utilizzata. Nulla di traumatico, comunque. E, probabilmente. non nella direzione che ci si sarebbe aspettati...
Le fonti fossili rimangono in assoluto la voce dominante, con spostamenti minimi. Ancora nel 2006 avevano una quota mercato pari al 57,1 per cento sul totale della generazione interna; oggi sono al 56,7. Anche l'idroelettrico è rimasto stabile (10,9 per cento di quota nel 2008, 10,6 nel 2006). Le nuove rinnovabili hanno fatto qualche passo in avanti, non tale - però - da portarle al di fuori di un ruolo di nicchia: 2,8 per cento di quota mercato nel 2006 e 4,1 alla fine dello scorso anno.
In calo invece il nucleare, passato - sempre nel periodo in esame - dal 29,5 al 27,9 per cento. E questo è un dato molto significativo. Parlerebbe infatti di una "sostituzione" tra rinnovabili e atomo più che tra eolico e solare da una parte e carbone e gas dall'altra. Un dato che deve far riflettere, in quanto sembra illustrare una "concorrenza" tra due fonti a emissioni zero che, almeno secondo le intenzione della Ue, dovrebbero invece "remare" nella stessa direzione.

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