di Luca Buzzoni
Ogni considerazione relativa all’impatto energetico della mobilità in Emilia - Romagna deve rivelarsi basilarmente incentrata su un dato essenziale: questa regione risulta quotidianamente interessata da una quantità di spostamenti di medio e lungo raggio stimabile tra i due e i tre milioni. In tale categoria si annoverano i viaggi tra i diversi centri della regione, tra questi e i centri esterni, o addirittura gli attraversamenti del territorio regionale lungo le principali direttrici nazionali di traffico. A questi occorre aggiungere la miriade di spostamenti che avvengono all’interno delle aree urbane, la cui quantità è difficilmente valutabile ma riveste egualmente un impatto determinante, come conferma Alfredo Peri, assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Emilia - Romagna. “Le nostre aree urbane più dense interessano circa un decimo della superficie e ospitano quasi la metà degli abitanti. Sono caratterizzate da un elevatissimo indice di motorizzazione privata - 3 auto ogni 5 abitanti - superiore del 15 per cento alla media europea. Tralasciando di menzionare la rilevante diffusione dei veicoli a due ruote…”
Sembrano dati preoccupanti.
Il traffico stradale nelle aree urbane costituisce una fonte di inquinamento estremamente temibile. È proprio in tali aree che si genera il 90 per cento dell’anidride carbonica di tutta la Regione e circa la metà delle emissioni di polveri sottili. Il valore medio annuale limite di 40 microgrammi per metro cubo viene purtroppo raggiunto o ecceduto da tutte le nostre città. In un anno anche il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo viene superato in oltre cento giornate. Ci attestiamo su livelli tre volte superiori rispetto a quanto consentito dalle norme comunitarie per il 2005.
E i “colpevoli”?
I più rilevanti tassi di espansione del circolante afferiscono alle tipologie maggiormente inquinanti: motocicli e veicoli per il trasporto merci sia leggeri che pesanti. Fortunatamente il miglioramento tecnologico dei veicoli e dei motori fa sì che, a fronte dell’incremento del numero di veicoli, il consumo di carburante risulti all’incirca stabile.
Almeno, per quanto riguarda la mobilità delle persone, si potrebbe potenziare la struttura del trasporto pubblico.
Questo aspetto, da anni, è oggetto di particolari attenzioni da parte dell’amministrazione regionale. Ci siamo impegnati nel post-trattamento dei gas di scarico e nella diffusione dei carburanti alternativi nelle flotte di autobus circolanti. Inoltre è in corso un ambizioso piano di rinnovo della flotta che ci porterà a disporre di 1.600 mezzi a norme Euro 4. Il Piano Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT), approvato nel 2000, ha fondato la sua strategia sul raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Alle aree urbane della Regione è stato assegnato il compito più ambizioso: la diminuzione del 21,5 per cento delle emissioni di CO2, in relazione a un decremento del consumo di energia del 12,6 per cento.
Scendiamo più nel dettaglio…
Per attuare questa politica la Regione ha scelto il metodo della concertazione, favorendo una stretta condivisione delle scelte e delle azioni con gli Enti locali e coinvolgendo una grande quantità di soggetti pubblici e privati, anche attraverso le loro organizzazioni sindacali e di categoria. L’Accordo di programma - che ha previsto limitazioni del traffico veicolare dall’ottobre dello scorso anno al marzo 2003 - oggi coinvolge tutti i Comuni dell’Emilia - Romagna superiori a 50.000 abitanti, esercitando un effetto di trascinamento sui Comuni minori. All’accordo con le Province e i Comuni si è affiancato l’accordo di programma quadro con il ministero dell’Economia e delle Finanze e il ministero dell’Ambiente e tutela del territorio, teso a condividere iniziative finalizzate alla mobilità sostenibile e alla razionalizzazione del sistema energetico territoriale.
E le risorse?
L’Accordo di programma è uno dei principali strumenti utilizzati anche per coordinare gli sforzi di investimento di tutti gli attori. Da sempre la Regione si è impegnata a favorire e stimolare gli Enti locali e gli operatori non solo ad investire propri fondi altrettanto cospicui, bensì anche nella creazione di sinergie con gli interventi statali e della Comunità europea rivolti ai medesimi fini: riduzione dell’inquinamento, abbattimento dei consumi energetici, sviluppo di forme ambientalmente e socialmente sostenibili di mobilità. Un elemento molto importante rinvenibile dei patti sottoscritti è costituito dalla realizzazione di un piano straordinario di investimenti. Questo piano ha durata triennale (2003-2005) e nel primo anno si sovrappone al programma ordinario già in corso. In totale la Regione prevede di mettere a disposizione ulteriori 69 milioni di euro, al fine di attivare investimenti per circa 276 milioni di euro complessivi.
Quali benefici per i cittadini della vostra Regione?
Tra i molti provvedimenti si segnalano le pedonalizzazioni dei centri storici, la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali anche importanti, che hanno reso alcune delle nostre città famose a livello europeo, la realizzazione di zone ad accesso controllato e la tariffazione della sosta sul suolo pubblico. Questi ultimi provvedimenti hanno cominciato a far comprendere il reale valore di un bene “scarso e prezioso”. Come precedentemente accennato si è inoltre migliorata la qualità del trasporto pubblico, con la realizzazione di percorsi protetti e di centri di interscambio. Lo sviluppo della flotta dei bus a metano, che ha avuto nella città di Ravenna il punto d’avvio e di eccellenza, si sta ormai diffondendo a molte altre città. Un’esperienza molto importante, in procinto di estendersi su vasta scala, è stata la realizzazione di sistemi tariffari integrati, tecnologicamente assistiti, che hanno unificato l’accesso ai vari segmenti del trasporto pubblico. Ulteriori esperienze innovative, estremamente recenti, sono state avviate: ad esempio il “car sharing” è in corso di sperimentazione in tre città, tra le quali Bologna.
E il Piano Straordinario?
Questo intervento prevede il finanziamento di 6 misure, ognuna finalizzata al raggiungimento di obiettivi estremamente mirati, e ciascuna dotata di una consistente previsione di finanziamento nel Documento di politica economica e finanziaria della Regione. Nel dettaglio si tratta, in primo luogo, del già citato rinnovo del parco autobus unitamente al rinnovo e al potenziamento del materiale rotabile ferroviario per il trasporto passeggeri di competenza regionale. Ci si prefigge di proseguire e estendere al triennio la tendenza particolarmente positiva rinvenuta nell’anno in corso, che ha registrato un considerevole incremento degli utenti che utilizzano il treno (più 10 per cento in termini di offerta e più 25 per cento in termini di utenza). Primaria importanza rivestono altresì il potenziamento della mobilità ciclistica, gli interventi infrastrutturali e tecnologici per la mobilità sostenibile delle persone, l’intermodalità nelle aree urbane, gli interventi innovativi per la logistica.
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