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IL GIORNALIERO - Sindrome Nimby: l’Italia “contagia” la Francia Stampa E-mail

25 giugno 2009 - C’era una volta un Paese (la Francia) che era stata in grado di realizzare il parco di centrali nucleari più grande d’Europa, senza grandi contestazioni da parte delle popolazioni locali. Laddove in altre parti del nostro continente (ad esempio in Italia) la sindrome Nimby mieteva vittime impedendo o ritardando anche i più apparentemente innocui insediamenti di impianti energetici sul territorio.
Oggi la situazione sembra essersi capovolta. Mentre in Italia il fronte delle opposizioni locali appare meno compatto e le manifestazioni di protesta non hanno più la virulenza di qualche tempo fa (vedi, ad esempio, il caso dei termovalorizzatori in Campania) in Francia crescono le mobilitazioni contro gli impianti energetici.
E la questione non riguarda certo il solo nucleare. L’ultimo caso in ordine di tempo ha riguardato la centrale a gas da 800 MW di Sarreguemines (Herbitzheim, Dipartimento della Mosella). Nel corso dell’inchiesta pubblica lanciata nei giorni scorsi gli abitanti della zona si sono riuniti in un Collettivo il cui obiettivo è semplicemente l’annullamento del progetto. Nella battaglia contro la centrale il Collettivo cittadino ha avuto l’appoggio del sindaco di Herbitzheim, che ha contestato i dati sull’inquinamento ambientale presentati dall’azienda energetica Direct Energie.

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