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IL GIORNALIERO - Nell’Unione europea le fonti dure... tengono duro! Stampa E-mail

11 giugno 2009 - Non ce n’è. Nonostante tutto in Europa le fonti dure... tengono duro! Come confermano gli ultimi dati ufficiali - pubblicati di recente dalla Commissione in un poketbook dal titolo Eu energy and transport in figures 2009 - gas, petrolio e carbone sono ancora i protagonisti. Assoluti.
Vengono considerati, in questo caso, i consumi lordi totali, quindi il complesso delle varie fonti energetiche prima che vengano trasformate in energia elettrica, in combustibili per autotrazione, in calore destinato ai processi industriali o al riscaldamento delle abitazioni... Ebbene, in Europa il petrolio è ancora dominante con 673 Mtep. Lo share è pari al 37 per cento, con punte del 48 per cento in Spagna e flessi del 22 per cento in Repubblica Ceca, limitandosi alle principali economie.
Il gas - in crescita - segue a una certa distanza con 438 Mtep (24 per cento di share). Anche in questo caso la forbice tra Paese e Paese è notevole. Limitandosi alle prime 10 nazioni per fabbisogno energetico, si passa dal 2 per cento della Svezia al 42 per cento dell’Olanda. Sugli scudi anche il carbone, con 325 Mtep, ovvero un 18 per cento di quota mercato.
Nel complesso, oil&gas&coal restano quindi appena al di sotto dell’80 per cento all’interno del Vecchio Continente. Il resto è appannaggio di nucleare e rinnovabili, con l’atomo ancora in grado di doppiare eolico, fotovoltaico e idroelettrico. Infatti il ruolo del nucleare è tutt’altro che marginale (255 Mtoe e uno share del 14 per cento) mentre le green energy si fermano a 129 Mtep (il 7 per cento), conservando tuttavia ampi margini di crescita. Anche in questo caso in Europa... c’è un po’ di tutto. Con il nucleare si spazia infatti dallo zero di Italia e Polonia al 42 per cento della Francia, sempre limitandosi a considerare le prime dieci nazioni del Continente. Mentre per le rinnovabili spicca in positivo il 29 per cento della Svezia e, in negativo, il 2 per cento della Gran Bretagna.

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