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IL GIORNALIERO - Dal pacchetto 20-20-20 quasi due milioni di nuovi posti di lavoro Stampa E-mail

5 giugno 2009 - Venti per cento uguale... poco meno di tre milioni! Qualsiasi studente - dalle elementari in poi - salterebbe sulla sedia leggendo questo risultato, gridando all’errore. Non la Commissione europea che, nei giorni scorsi, lo ha messo nero su bianco. In effetti, più della matematica, in questa operazione c’entrano rinnovabili e posti di lavoro.
La Ue ha infatti calcolato che il raggiungimento dell’obiettivo europeo del 20 per cento di consumi di energia imputabili alle fonti rinnovabili sarà in grado di creare 2,8 milioni di nuovi posti di lavoro entro la fine del 2020 con un incremento in termini di prodotto interno lordo comunitario pari all’1,1 per cento.
Ancora nel 2005 il settore delle nuove energie dava lavoro a 1,4 milioni di persone e generava un valore pari a 58 miliardi di euro. Alle soglie del 2020, come detto, l’auspicio è di superare quota 4 milioni di unità. La crescita dei posti di lavoro potrebbe, per altro, essere concentrata soprattutto negli Stati di più recente ingresso nella Ue, anche perché partono con un certo ritardo rispetto alle nazioni “storiche” dell’Unione.
In genere questi studi tralasciano il possibile “effetto sostituzione”, ovvero il rischio che un nuovo posto di lavoro possa comunque comportare la chiusura di una vecchia occupazione. Per esempio un nuovo assunto nel fotovoltaico potrebbe comportare l’espulsione dal mondo del lavoro di un artigiano addetto alla riparazione delle caldaie a gasolio.
Quindi non è certo detto che, al termine del periodo considerato, il “settore energia” conterà realmente 2,8 milioni di lavoratori in più rispetto ad oggi. Tuttavia un effetto positivo, in termini di occupazione, ci sarà sicuramente!

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