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IL GIORNALIERO - Cambiamenti climatici, nuovi allarmi sulla vulnerabilità dall’Africa Stampa E-mail

25 maggio 2009 - L’Africa comincia a subire pesantemente gli effetti del riscaldamento globale. È questo il messaggio che due grandi personalità mondiali hanno inteso rivolgere ai Paesi dell’Unione Africana - che affronteranno i temi ambientali nel Summit di Luglio - e alle nazioni dell’Onu, che dovranno negoziare gli interventi al COP di Copenhagen di dicembre.
Si tratta dell’ex segretario generale dell’Onu e attuale presidente dell’Africa Progress Panel Kofi Annan, e dello scienziato inglese Lord Nicholas Herbert Stern, professore alla London School of Economics e autore del celebre rapporto sull’economia dei cambiamenti climatici.
La condizione del continente africano è drammatica - affermano Annan e Stern - si moltiplicano le situazioni estreme di siccità e di inondazioni catastrofiche, aumentano le temperature dell’aria e delle acque.
Simbolo di questi fenomeni è lo scioglimento dei ghiacciai della catena del Ruwenzori, diminuiti della metà in 30 anni. Per le popolazioni le conseguenze sono e diverranno sempre più gravi. Il declino delle produttività agricole (in alcune zone superiore al 50 per cento), il difficile accesso alle risorse vitali (l’acqua), i crescenti rischi di infezioni (ad esempio la malaria, che è in aumento a causa delle temperature elevate), hanno pesanti ripercussioni di carattere sociale ed economico.
Per i Paesi africani è essenziale ottenere un sostegno finanziario e tecnologico dai Paesi ricchi, per attuare programmi di lotta contro il cambiamento climatico che possano anche generare ritorni significativi per i Paesi poveri. Limitarsi a riconoscere il “caso morale dell’Africa” il continente meno responsabile del cambiamento climatico ma il più colpito dai suoi effetti, non basta più.

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