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IL GIORNALIERO - Il petrolio brasiliano attira le attenzioni dell’energivora Cina Stampa E-mail

21 maggio 2009 - Le ultime scoperte di giacimenti petroliferi in Brasile risvegliano le bramosie dei grandi consumatori. In occasione della recentissima visita a Pechino del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, sono stati conclusi alcuni importanti accordi commerciali.
L’azienda petrolifera di Stato della Repubblica popolare cinese Sinopec ha siglato con la corrispondente azienda di Stato del Brasile Petrobras un memorandum di intesa della durata di dieci anni per avviare collaborazioni nei settori dell’esplorazione, della raffinazione e nella petrolchimica.
Nell’ambito dei colloqui politici il governo cinese ha concesso al Brasile un prestito di 10 miliardi di dollari in 10 anni, in cambio della garanzia di fornire alla Sinopec 200.000 barili di petrolio al giorno.
Che il Brasile, sempre di più, si vada accreditando come una delle potenze emergenti dell’industria petrolifera mondiale lo conferma un altro fatto. Giusto tre settimane or sono è stato celebrato, alla presenza del ministro dell’Energia Edison Lobao e del CEO di Petrobras J. Sergio Gabrielli, l’avvio delle operazioni di prospezione del maggior giacimento petrolifero dell’area occidentale scoperto negli ultimi 30 anni.
Il giacimento, denominato Tupi, si trova nell’area costiera degli Stati di Rio de Janeiro e di San Paolo. Nel mese di dicembre del 2010 dovrebbe partire il programma pilota di produzione e una volta giunto a regime, Tupi produrrà 100 mila barili di petrolio e 4 milioni di metri cubi di gas al giorno. Sono in corso prospezioni preliminari in altre aree del Paese che dovrebbero accrescere ulteriormente le potenzialità del Brasile.

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