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IL GIORNALIERO - Gli States si affacciano (timidamente) al mercato delle rinnovabili Stampa E-mail

9 maggio 2009 - Più di una semplice svolta; si è trattato di una secca “inversione a U”. Dopo un lungo periodo di latitanza, come noto, anche gli Stati Uniti si sono convinti della necessità di una rivoluzione verde. L’Amministrazione Obama ha parlato - e probabilmente agito - a favore delle rinnovabili e del risparmio energetico in pochi mesi, più di quanto i predecessori non avessero fatto nel mezzo secolo precedente. Ma la strada da fare resta parecchia, come dimostrano anche alcuni piccoli segnali.
Al salone Solarexpo, ad esempio, c’era anche lo stand del Consolato generale degli Stati Uniti. Ma l’economia più grande del Pianeta è riuscita - in questo caso - a mettere insieme solo quattro nomi e si è ritagliata uno spazio del tutto marginale se confrontato con quello degli altri colossi mondiali. Inutile nasconderlo: rispetto alle principali realtà tedesche, spagnole, cinesi e - perché no - anche italiane, la presenza delle rinnovabili made in Usa è rimasta in ombra.
Eppure la voglia di fare sembra non mancare, e la stessa Delegazione americana presente alla Fiera di Verona ha confermato di avere piani ambiziosi di crescita, anche nel Bel Paese.
Ma è chiaro che spetterà al mercato locale il compito di fornire le maggiori soddisfazioni ai produttori di tecnologie rinnovabili a stelle e strisce. “Ogni miliardo di dollari investito in innovazione verde potrà creare 30 mila nuovi posti di lavoro e renderà disponibili 450 milioni di dollari da utilizzare per l’economia interna”, cita una nota del Consolato Generale americano. Peccato non averci pensato prima...

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