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Burocrazia e fonti rinnovabili sono inconciliabili Stampa E-mail

di Enzo Gatta - Presidente Assoelettrica


Le due direttive europee per l’applicazione del cosiddetto Pacchetto 20-20-20 sono state ormai approvate. Quella relativa alle fonti rinnovabili rappresenta, per il sistema economico italiano e per il settore elettrico in particolare, una sfida davvero molto ambiziosa. La declinazione dell’obiettivo europeo si traduce infatti in un target del 17 per cento di rinnovabili sul totale dei consumi energetici finali, dei quali l’energia elettrica rappresenta solo una parte.
A tutto il 2006 eravamo di poco sopra il 6 per cento, quota costituita per quattro quinti dalla generazione elettrica rinnovabile, idroelettrica soprattutto. Arrivare in 10 anni a quasi triplicare quel valore non sarà certo facile. Anche perché il contributo del settore elettrico, oggi così rilevante, non potrà certo mantenere le stesse proporzioni: i comparti geotermoelettrico e idroelettrico non potranno vedere sviluppi clamorosi; molto ci si aspetta dall’eolico, ma anche in questo ambito esistono limiti oggettivi; il fotovoltaico presenta livelli di efficienza ancora assai limitati a fronte di costi molto alti; le biomasse, pure esse soggette a limiti oggettivi (siamo scarsi quanto a praterie e ricchi di scogliere e montagne), scontano la “concorrenza” del settore dei biocombustibili e dei biocarburanti. Le previsioni più equilibrate stimano che al 2020 si potrebbe passare dagli attuali quasi 50 TWh di generazione elettrica da rinnovabili a oltre 90. [...]

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