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Nucleare, programma italiano e "intoppi" di terza generazione Stampa E-mail

di Elio Smedile


Intreccio di fili nel centro storico di RomaCon tutta probabilità, quando questo articolo verrà letto il provvedimento che formalmente reintroduce l’energia nucleare nel nostro Paese sarà legge dello Stato. Infatti, il disegno di legge n. 1.441 che è stato approvato dalla Camera dei Deputati il 4 novembre 2008 è attualmente (nell’ultima decade di gennaio) in discussione al Senato, dove dovrebbe passare senza modificazioni. L’articolo 15 comma 1 del citato disegno di legge così recita: “Con delibera del CIPE su proposta del ministro dello Sviluppo economico, sentito il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le Commissioni parlamentari competenti, sono definite le tipologie degli impianti per la produzione di energia elettrica nucleare che possono essere realizzati nel territorio nazionale”.
La posizione del governo italiano, favorevole alla reintroduzione dell’energia da fonte nucleare, è stata più volte ribadita dal presidente del Consiglio e dal ministro dello Sviluppo economico. Quest’ultimo ha illustrato inoltre obiettivi e natura del programma governativo. Si dovrebbe anzitutto effettuare una mappatura del territorio italiano per individuare i siti più adatti per un totale di 8-10 centrali di nuova generazione sul modello del reattore EPR in costruzione a Flamanville (Francia). Più a lungo termine (2030) l’obiettivo è quello di arrivare a un mix energetico composto al 25 per cento di energia nucleare, al 25 per cento di rinnovabili e al 50 per cento di combustibili fossili. Sui tempi di realizzazione del programma il ministro Claudio Scajola si è così espresso: “In occasione del G8 energia, che l’Italia ospiterà nella prossima primavera, il governo presenterà la road map per giungere alla posa della prima pietra di un primo gruppo di centrali nucleari entro il 2013”. [...]

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