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PAUSA-ENERGIA
 
La direttiva che dà i numeri (20, 20, 20) Stampa E-mail

a cura di Alessandro Pedrini



8, 9, 20. Numeri che si potrebbero giocare al lotto e invece segnano l’inizio di un azzardo che il Consiglio Europeo sta portando avanti in modo miope, con gravi ripercussioni soprattutto per il nostro Paese, già alle prese con la crisi finanziaria e la recessione economica.
L’8 e 9 marzo dello scorso anno il Consiglio Europeo ha infatti deciso di procedere all’attuazione della famosa direttiva 20,20,20, ovvero alla “posa” di una pietra miliare nel quadro della creazione di una politica energetica per l’Europa (PEE), punto di partenza di un’azione globale in materia di energia per il periodo 2007-2009. Presupposto della PEE è la necessità di affrontare con efficacia ed urgenza le sfide poste dai cambiamenti climatici, con l’obiettivo strategico di limitare l’aumento della temperatura media globale al massimo a 2 °C rispetto a livelli preindustriali. Una politica energetica ambiziosa e dal fine nobile, ma che si rivela pericolosa e insensata, tanto più che il contributo dello sforzo europeo alla riduzione delle emissioni globali resta di fatto simbolico. L’impressione è che questa direttiva sia stata dettata più dall’emozione e dalla volontà di suscitare consenso tra i cittadini europei e tra i vari comitati ambientalisti, piuttosto che da una seria e ponderata valutazione globale del problema. Un po’ come avvenne con la sciagurata decisione di abbandonare il nucleare nel 1987, con un referendum sull’onda dell’emozione del disastro di Chernobyl. [...]

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