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Così parlò il Dr. Weinberg sul progetto del reattore Stampa E-mail

di Federico Santi

Nell'ultimo numero di Nuova Energia è apparsa una rubrica, logos & energia di Joachim Gretz, che eruditamente citava il celebre scienziato americano Alvin Weinberg. Lo citava per giunta in bella vista, nell'articolo Paradiso o Apocalisse?, con tanto di fotografia a centro pagina. In questo numero, invece, compare un articolo di grande interesse sul progetto del piccolo ed evoluto reattore MARS, che avevo menzionato a proposito delle vicende di Scanzano. Articolo scritto dallo stesso iniziatore del progetto MARS, il professore Maurizio Cumo dell'Università "La Sapienza". Quale migliore congiunzione astrale per riportare su queste pagine - da me immodestamente tradotta in italiano con la massima fedeltà possibile - l'introduzione al MARS scritta il 3 aprile 1997, indovinate un pò, da Alvin Weinberg! E' talmente evidente il lustro di questa prestigiosa didascalia annessa sette anni or sono al progetto MARS che non devo soffermarmi oltre. Senza indugio, passo la parola al Dr.Weinberg.

"Che la Prima Era Nucleare sia terminata nella maggior parte dei Continenti europeo e americano è un fatto non più discutibile. In Italia, ad esempio, tutti i reattori in funzione sono stati spenti (ma l'Italia importa dalla Francia rilevanti quantità di elettricità di origine nucleare). In America, da vent'anni non è più stato ordinato un solo reattore nucleare per usi civili, mentre lo sviluppo della fissione nucleare nel lungo termine, è stato fermato. Questo tragico stato di cose era stato anticipato da Enrico Fermi nel 1944. Parlando estemporaneamente all'Università di Chicago durante una riunione del New Piles Committee al Metallurgical Laboratory (nome in codice per il progetto plutonio in tempo di guerra), Fermi affermò: "Il pubblico potrebbe non accettare una fonte energetica che è ostacolata da grandi dosi di radioattività e che produce esplosivo nucleare, il quale potrebbe cadere in mani ostili". Tuttavia le argomentazioni per continuare e addirittura espandere l'uso dell'energia nucleare rimangono forti. I quasi 6 miliardi di persone che abitano la Terra ogni anno utilizzano 13 terawatt-anno di energia. Di questi, il 76% viene da combustibili fossili, il 18% da fonti rinnovabilli e il 6% da 433 reattori nucleari. Entro l'anno 2100 la popolazione mondiale potrebbe raddoppiare: dove l'umanità prenderà l'energia necessaria a sostenere oltre 11 miliardi di persone? Molti esperti vedono le fonti rinnovabili insufficienti a soddisfare da sole il fabbisogno, anche se tutti concordano che la ricerca sulle rinnovabili e sul risparmio energetico deve continuare. Per quanto riguarda i combustibili fossili, essi potrebbero esaurirsi; inoltre, l'aumento osservato nella concentrazione di CO2 nell'atmosfera da 285 parti per milione (ppm) a circa 370 ppm non può essere guardato con tranquillità, anche qualora la CO2 non fosse così fortemente implicata nel global warming come gli attuali modelli di circolazione predicono. Come disse una volta Roger Revelle (il grande ocenografo-ambientalista, ndr), il raddoppio della CO2 nell'atmosfera terrestre costituisce un esperimento di geo-fisica su enorme scala e le conseguenze, dirette (sul biota) e indirette (sul clima), sono ancora poco comprese.[...]

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