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Quando l'Italia va stretta alle aziende di casa nostra Stampa E-mail

di Davide Canevari

L'Europa dell'energia guarda all'Italia. A volte con un pò di diffidenza e con qualche disillusione, certamente con interesse. Non è facile comprendere la logica Italica e quello strano concetto del tempo che troppo spesso porta ad esprimere i progetti e le intenzioni in termini di mesi... e a realizzarli poi (forse) solo negli anni. Eppure il Bel Paese resta pur sempre una delle grandi potenze dell'economia; e come ogni grande potenza ha bisogno di energia. Ora che i processi di liberalizzazione del mercato sono qualcosa di più di una semplice promessa, mentre l'esigenza di massicci interventi nel settore (si tratti di centrali, di reti di interconnessione, di adeguamenti tecnologici...) si conferma una premessa d'obbligo, le aziende straniere non sono più semplici spettatori. Sono concorrenti, decisi ad "invadere" il nostro mercato con tecnologia, capitali, know how. L'Italia dell'energia, comunque, non è solo terra di conquiste e meta di importazioni.[...]

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